Da anni ormai la parola startup è entrata nel linguaggio comune. La si sente sempre più e nei contesti più svariati. Ma cos’è davvero una startup?

Faccio subito uno spoiler. Se doveste chiedere a me o a uno dei miei soci - così come alla gran parte degli startupper, VC o Angel Investor italiani - cos’è una startup, vi risponderemmo con le parole di Steve Blank: un’organizzazione temporanea di persone volta a trovare un modello di business scalabile e ripetibile.

Salvo le dovute eccezioni - rappresentate dagli addetti ai lavori -, però, nel Belpaese quando sentiamo la parola “startup” è in genere pronunciata da 3 diversi gruppi di persone: i giuristi, i tecnologici, i didascalici. I primi sono quelli che si attengono alle certificazioni ufficiali: “siamo una startup, infatti siamo iscritti al registro speciale delle startup innovative della camera di commercio di…” E’ sufficiente l’etichetta a definire le cose.Per i tecnologici, va da sé, è startup tutto ciò che abbia a che fare con tecnologia o digital. E’ vero, la stragrande maggioranza delle startup che esistono - di certo le più famose - hanno a che fare con il digitale ma non tutte le startup sono digital e soprattutto non tutte le aziende tech sono startup.I didascalici, poi, prendono alla lettera l’età anagrafica della società. “Siamo startupper anche noi, abbiamo appena aperto un ristorante in centro…”

All’estero, invece, si hanno le idee più chiare? Sembrerebbe proprio di no, se è vero che tra 100 founder della Silicon Valley a cui è stata rivolta la domanda "cosa sia una startup”, le risposte sono state le più disparate.

Secondo alcuni, la startup è un’azienda dalle sorti incerte che lavora per risolvere un problema la cui soluzione non è ancora chiara o ottimale: la chiave è la mentalità volta a innovare i servizi esistenti, risolvendone problemi critici.

La mentalità è l’elemento distintivo anche per un altro largo gruppo di imprenditori, in questo caso però si parla di propensione a voler cambiare le cose rinunciando coscientemente alla stabilità in cambio di una prospettiva remota di guadagni esorbitanti e l’eccitazione di vedere le cose cambiare velocemente. Secondo questi founder, la startup non è delineabile secondo uno schema di dati ma dalla cultura aziendale e dalla mentalità: una startup può rimanere tale a prescindere dalla grandezza e dall’anzianità della società.

Il tempo - inteso come età anagrafica della startup - è ritenuto da molti un discrimine nel definire una startup. Meno concordi sono le opinioni, invece, su quale sia il momento di svolta: alla fine del sesto semestre, dopo il dodicesimo? Di certo a tutti sembra una forzatura definire startup un’azienda con 10 anni di storia alle spalle. 

Meno rilevanti sono stati valutati altri indicatori pure importanti per giudicare lo stato di salute di un’azienda: il fatturato, il numero di dipendenti, i paesi in cui opera, il numero di sedi, l’ampiezza del consiglio di amministrazione, quando si è raggiunto il breakeven.

C’è solo un punto che sembra mettere d’accordo pressoché tutti: l’attributo chiave di una startup è la sua abilità a crescere. Quest’abilità è data dal fatto che le startup sono disegnate per poter scalare molto velocemente. E’ questo focus su una esponenziale crescita senza confini geografici a differenziare le startup dai piccoli business tradizionali.

Insomma, anche se non è possibile arrivare a una definizione precisa e condivisa, è certamente possibile riconoscere alcune caratteristiche comuni che identificano le startup. E’ a queste caratteristiche che anche noi, in Pushapp, guardiamo quando si parla di startup.

  • La prima e più importante è certamente la scalabilità ovvero la possibilità, per l’impresa, di generare ricavi incrementali senza dover sostenere costi aggiuntivi.
  • La seconda è la capacità di crescere velocemente in diversi mercati, anche internazionali.
  • Una startup deve sempre risolvere un problema o rispondere a un’esigenza dei propri utenti, siano essi individui o altre aziende. 
  • Infine, è indispensabile un contagioso entusiasmo nella partecipazione al progetto da parte dei founder.

La startup che hai in mente di lanciare risponde a queste caratteristiche?